“War at Peace” series
War at peace
A chess board, since the black and the white squares share their borders, represents a shared existence that has always generated a sense of equilibrium.
Who has ever wished upon their children, the heirs of their whole generation, a world of war and destruction?
Real Art has no ethnic origin but speaks of each of those tiny dots, invisible from the far reaches of the universe, which are each of us humans on this Earth.
It is no wonder that the great Art and Literature of the world have been and continue to be transmitted, experienced and assimilated by every culture on earth, as has been the case throughout every period of history.
Whether the mama losing her son in a war is Russian or Ukrainian, the wail of their grief is the same.
We are all made of the same stardust, we humans who now call ourselves with a host of different names according to our various cultures, as were the trees, lynxes, cockroaches, rocks and amoebas. We are all embryos of a common womb. But memories are hard to hold on to and we soon forgot our origins.
Una scacchiera, perché il bianco e il nero condividano i loro confini, per una convivenza che da sempre genera equilibrio.
Chi mai desidererebbe per i propri figli, e per gli eredi della propria generazione, un mondo di guerra e distruzione?
La vera Arte non ha un’origine etnica, parla di tutti quei puntini minuscoli – noi esseri umani – che dall’universo neanche si vedono.
Non è un caso che la grande Arte e letteratura mondiale vengano diffuse, vissute e assimilate da tutte le culture del mondo, in ogni epoca.
Se una mamma russa e una mamma ucraina perdono un figlio durante la guerra, il loro pianto urla le stesse grida.
Eravamo tutti compressi all’interno delle stelle, noi esseri umani che ora ci chiamiamo con diversi nomi a seconda della nostra cultura, ma anche gli alberi, le linci, gli scarafaggi, le rocce, i protozoi. Siamo tutti embrioni nello stesso utero. Ma la memoria è difficile da trattenere, e presto ce ne siamo dimenticati.